LLM tra domanda e risposta
“Co-Intelligence” di Ethan Mollick. Un’ottima lettura, non tecnica, per costruire un pensiero sul tema LLM.
Al netto degli innegabili aspetti positivi di un utilizzo cosciente e sano degli LLM, condivido un pensiero che credo non sia stato trattato a dovere nel libro: l’utilizzo di questa bomba tecnologica da parte dei più giovani, esposti ai prodotti di Meta, OpenAI etc., senza protezione, senza preparazione e/o senza supervisione (così come accade per l’esposizione ai social in un’età non consona, ma questo è un altro ramo dello stesso albero).
Dove si posiziona un LLM?
Tra una domanda e una risposta.
Trovare la risposta ad una domanda è la conclusione di un percorso (o di una sua parte).
Tra domanda e risposta ci possono essere elaborazione di un testo, di un’idea, frustrazione, fatica, soddisfazione, acquisizione di nuove competenze, richiesta di aiuto, confronto, stanchezza, eccitazione per una nuova scoperta, noia, maturazione dello spirito critico, maturazione della capacità creativa e di risoluzione dei problemi, maturazione nella getione dello stress, …
Tra domanda e risposta c’è la nostra vocazione. Sì, perchè a differenza di quanto il mondo insegni, ovvero la possibilità di diventare chiunque tu voglia, come se tu potessi scegliere la tua vocazione tra infiniti prodotti di infiniti scaffali di un supermercato, la nostra vocazione è scritta dentro di noi. Siamo fatti a strati, come cipolle: più stiamo di fronte a domande, più ci spogliamo degli strati superficiali, scoprendo la nostra identità.
LLM e vocazione, sto esagerando?
Credo di no: l’utilizzo tossico degli LLM, ovvero il delegare loro le nostre domande e quindi le nostre - utilissime - fatiche, rischia di riprogrammare il nostro modo di affrontare il quotidiano, fin dall’approccio ai piccoli problemi.
Penso in particolare ai più giovani: il rischio è di eliminare il percorso tra domanda e risposta, con un utilizzo tossico degli LLM presenti con una pericolosa capillarità e di una conseguente mancata protezione (voluta?) dei più giovani.
Reputo che questi strumenti non servano durante tutta la fase di crescita: credo, anzi, che possano essere dannosi.
Da adulto alle volte faccio fatica a non premere “The button” così chiamato nel libro che consiglio: comodo farsi proporre idee, risposte, soluzioni, senza fatica!
Non immagino un ragazzino, alla mercè delle strategie dell Big Tech, con una maturità ed un senso critico che devono ancora sbocciare.
Con domande non da delegare, ma da vivere.
Il rischio, per tutti noi, è di diventare utenti ANCHE rispetto alla conoscenza, dopo esserlo diventati per quanto riguarda l’intrattenimento, la comunicazione, l’alimentazione, il trasporto, lo shopping, il viaggiare, l’incontrare.
Gli LLM sono già una commodity, e questa trasformzione è avvenuta con una velocità mai vista in una rivoluzione tecnologica.
Citando “Co-Intelligence”, vietato “addormentarsi al volante”, siamo fatti per il viaggio, non per delegare l’avventura.
Se ci abituiamo a nutrirci male, a scegliere la strada più comoda, potremmo dimenticare i buoni sapori, la bellezza della fatica in una bella avventura.
Potremmo pian piano abbassare l’asticella fino a che la minima fatica potrebbe diventare insopportabile.
Potremmo scegliere, fin dall tenera età, di farci imboccare di idee, di nozioni.
E se chi ha le chiavi decidesse di cambiare la nostra dieta, avremmo la forza e la volontà di rimanere autonomi?